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L’autopromozione sui social network, regole e consigli per condividere con successo

#Guestpost di Rachele Ravanini
In un momento storico in cui il lavoro scarseggia e la concorrenza è sempre più feroce, è necessario trovare nuovi metodi per contrastarla ed emergere nel mare di professionisti che puntano allo stesso obiettivo.

In queste circostanze, il self branding o personal branding, per usare gli inglesismi tanto in voga al momento, è la risposta migliore per far risaltare la propria figura professionale e renderla più appetibile agli occhi dei clienti. Infatti l’autopromozione, se svolta con criterio, apre un gran numero di opportunità.

Tuttavia per un’autopromozione ottimale, soprattutto nell’era dei social network, è bene attenersi ad alcune norme generali. Altrimenti tutta la strategia rischia di essere fortemente controproducente! Per fortuna ci sono alcuni recenti studi che hanno posto l’attenzione proprio su queste problematiche, eccone alcuni.

T.A. McCann, fondatore di rivaliq.com, e dell’ex Gist (poi venduta a BlackBerry Limited), ha spesso condiviso la sua regola per la pubblicazione di contenuti sui social media. Tale “regola” è detta 5-3-2 e in realtà è molto semplice: ogni 10 post su qualsiasi social network, cinque devono essere contenuti da altre fonti, sempre rilevanti per il pubblico, tre devono essere contenuti propri, relativi al proprio business ma non una vendita diretta dei propri prodotti o servizi, infine due post devono essere personali, con dei contenuti non relativi al lavoro. Questi ultimi contenuti servono per umanizzare il brand, per mostrare la persona dietro al prodotto.

Joe Pulizzi e Andrew Davis di TippingPoint Labs hanno invece proposto quella che viene chiamata regola 4-1-1 che prevede, al contrario della precedente 5-3-2, la pubblicazione di quattro pezzi con contenuti originali e rilevanti per il pubblico e una ricondivisione per ogni post relativo al proprio business. Questa regola è un buon equilibrio tra i contenuti creati da altri, quelli pubblicati da noi, e le ricondivisioni.

Shai Coggins di Vervely, agenzia australiana specializzata in social media marketing, ha invece adottato un approccio un po’ diverso rispetto ai suoi colleghi, codificando una regola conosciuta come 555+, ovvero un programma di ripartizione equilibrata dei contenuti. La regola cerca di aggiungere una certa varietà alla timeline, impedendo così che il nostro profilo social assomigli ad un pulpito dal quale si postulano grandi affermazioni.

La regola 555+ consiste in: cinque post sull’azienda, l’organizzazione e/o dei contenuti originali. Cinque post su altro, siano essi condivisioni dei contenuti originali di qualcun altro o dei link che puntano a risorse esterne. Cinque (almeno) risposte e interazioni con chi ci segue. Il + è un valore aggiunto, come ad esempio l’utilizzo di hashtag. In realtà, il cinque non è un numero con un’identità specifica, è più un suggerimento per fare in modo che l’account non diventi un luogo da dove trasmettere unicamente informazioni su se stessi. È invece molto importante mostrare che il proprio profilo può essere visto come una grande risorsa ricca di contenuti originali, guidato da una persona che è in grado di promuovere anche gli altri oltre che se stesso.
Il comune denominatore di tutte queste “regole” è quindi quello di non esagerare con i propri post ma di dare invece spazio anche a contenuti altrui, sempre rilevanti per i lettori.

Oltre a queste regole postulate dagli esperti di social marketing, è bene seguire anche alcune semplici indicazioni: non chiedere mai in privato commenti e condivisioni. È verissimo che un post con commenti e condivisioni è molto più visibile, tuttavia è meglio che la pagina cresca perché i contenuti sono interessanti piuttosto che dietro “consiglio” tramite messaggi in privato.

Un altro accorgimento è quello di taggare a ripetizione tutti gli amici e i conoscenti nei post. I tag sono rigorosamente da usare solo quando il post in questione è strettamente connesso alla persona taggata, altrimenti si risulta solo fastidiosi e gli altri, oltre ad ignorarci, finiranno per bloccarci o peggio, ci toglieranno direttamente dalla lista amici. L’ultimo consiglio è quello di evitare assolutamente di commentare i post attinenti alla propria attività con inviti alla nostra pagina o, più in generale, che mirino ad aumentare i nostri clienti.

Autopromozione è un concetto che in sé ha una cattiva reputazione perché spesso associato con il marketing miope e la pubblicità insensibile. Occorre invece mostrare il valore della propria promozione mostrando che i nostri post non siano solo una mera autopubblicità ma soprattutto portatori di contenuti utili e di valore per tutti i nostri lettori.

 


 

by Rachele Ravanini

Rachele Ravanini è Content Producer e Graphic Designer di www.stampaprint.net, – azienda specializzata nella stampa online di prodotti pubblicitari. Ha studiato Economia dell’Arte e Storia dell’Arte orientale, ha collaborato con La Biennale di Venezia e diverse gallerie d’arte. Come grafica e designer freelance ha avuto collaborazioni con importanti aziende e associazioni. È una grande lettrice e nutre una grande passione per il cinema, l’arte e la fotografia.

 

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L’autopromozione sui social network, regole e consigli per condividere con successo ultima modifica: 2017-04-19T07:59:49+00:00 da Rachele Ravanini

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